lunedì 20 giugno 2011

Il mio Clarenzio...di Roberto Rossi



Clarence Clemons "el sbregava".


Il sax non è che l'abbia mai cagato molto. A parte Fausto Papetti, ovviamente.
Vi siete mai chiesti perche' quasi tutti gli uomini del mondo amano il sax? Perche' è il suono che è piu' legato al sesso, un po' per merito del grande Fausto Papetti e un po' perche' nei pornacci o nei film erotici della nostra giovinezza quando nella colonna sonora entrava il sax era ora di tirar fuori lo scottex.
Dal sax escono suoni caldi, è un suono che va dritto al cuore. E' uno strumento notturno, importante. Luccica.
Io lo sento in gola e nei pezzi lenti, alla Papetti, lo sento nello stomaco che fa vibrar qualcosa.
Pero', c'e' un altro sax. C'e' il sax della E street band.
La prima che volta che il sax di Clarence mi ha raggiunto ero in macchina col mio amico "Ciol".
Milano 85 era passato da un mesetto, ma ancora rimbombavano emozioni, suoni e nuova musica. Sapevo che Bruce mi avrebbe accompagnato per un bel po dopo il concerto, ma non tutto era ancora al posto giusto. Sapevo di aver visto il "concerto", ma c'avevo addosso na spocchia, beata madonna, una spocchia che meta' bastava.
Arrivavo dritto dritto dall'heavy metal, gli iron, i saxon, i judas priest. Quel sax, quelle tastiere, mamma mia, non le avevo mica ancora digerite. La spocchia, brutta roba. E poi io ero il "milanes" che torna al paesello, devo portare io le novita' e non il mio socio che vive nelle malghe e munge il latte. Così il Ciol mi chiedeva se avessi sentito gli altri dischi e io gli risposi che no, non avevo ancora sentito niente a parte born in the usa. Allora ci fermiamo al negozio di dischi, lui compra Born to Run, Darkness e The river in cassetta. Mette su Darkness e ce lo scoltiamo mentre andavamo verso Trento. Darkness scivola via, mentre si parlava di altro, ma avrei avuto modo di ascoltarmelo fino alla morte. Mette su Born to run e arriviamo a Jungleland e se c'e' un momento dove Bruce e tutto il carrozzone mi sono entrati dritti cambiando l'ordine delle cellule del mio dna è stato quello, quando il sax di colpo non era piu' lo strumento di Fausto Papetti ma uno strumento che lacera (che sbrega). Quella jungleland sulla Dyane del Ciol rimane tutt'ora una delle emozioni piu' belle legate a Bruce. E' stato come arrivare in un luogo sconosciuto, trovare un torrente e cominciare a bere un'acqua, limpida pulita e rigenerante. E' stato come chiudere una porta e aprirne un'altra. La fine dell'adolescenza e l'inizio di un' altra vita, piu' consepevole e matura.

Si vive di emozioni, sono il pane della nostra anima, la morte di un caro è un'emozione forte, fa provare tristezza, dispiacere, disperazione, a volte, ma è anche uno dei pochi momenti dove noi, che siamo rimasti in questa valle di lagrime, riusciamo a trovare quei dieci minuti per rimanere con noi stessi e guardarci dentro. Spesso ne usciamo migliori, o migliorati, vedete voi, anche la morte ha il suo perche'.
Mi spiace che Clarence sia morto, ma son contento di essere riuscito a riprovare le stesse emozioni di 26 anni fa. Jungleland mi ha fatto da colonna sonora per tutto questo tempo.
26 anni, tanto, tantissimo. E' ora di risalire sulla dyane rossa con il simbolo della pace, rimettere su jungleland e ripartire per altri 26 anni di cose nuove e di nuove emozioni.


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