giovedì 23 giugno 2011

Il mio Clarenzio...di Fabio Sari







Il mio ricordo di Clarence è diluito nel tempo, se ci limitiamo ai concerti. Parte dall'88 quando giravano nella mia combriccola concertistica leggende del tipo: Bruce non suona più jungleland dal vivo perchè Clarence è vecchio e non ce la fa a fare l'assolo. 
Clarence aveva 46 anni nell'88, una manciata in più di quelli che ho io adesso. Il tempo ci avrebbe fatto capire quanto questa fosse una minchiata. 

Come se fosse ieri, bello e alto, col suo tarello da 50 ed il vestito giallo senape, seduto a fare da partner al suo capo che, rincoglionito dal vero amore, decise di imbastire quella scenetta per noi mitica del cossaicombinato in cui lui non diceva mezza parola, salvo qualche verso tipo orso grizzly, a cui, probabilmente il negro si è prestato controvoglia accettando la situazione in seguito ad una mera imposizione gerarchica springsteen/landau. 

Comunque il solo appena prima era da erezione quanto altri più famosi ed entrati nella storia. Che poi, il vecchio che strappava i biglietti si è fatto tutto il tour ed è finito pure nel video di tougher than the rest, vi rendete conto? Ma chi cazzo era? Quanto avrà guadagnato per la pantomima? 

Ma passano gli anni, Clarence l'avrei rivisto in concerto allo smeraldo e poi stop, fino al 1999, tournèe di cui chiunque con un minimo di coscienza sprinziniana non può che tessere le lodi, rivederli tutti insieme a suonare i pezzi di the river, allora, sembrava davvero un sogno. Da lì ci siamo un po' assuefatti, il concerto per essere epico doveva contenere qualche bside del 71, l'asticella della data memorabile si è alzata all'inverosimile. 
Nel 1999 bastavano badlands e two hearts, dieci anni dopo si rischiava di andare a casa delusi senza drive all night. 

Ma il mio vero e nitido ricordo, il mio approccio personale e contraccambiato con Clarence è stato nel 2003, non mi ricordo in quale città, quando ancora non era stato messo l'embargo sulla rivendicazione dell'"io vengo da lontano" simboleggiato dalla bandiera italiana al collo. Ebbene, in un momento di pausa (per lui) quando non c'era nè da soffiare nel sax, nè da fare i cori, nè da suonare le percussioni della peg perego, dal suo trono imperiale incrocia il mio sguardo e io come un napoletano alzo la bandiera. 
Lui apprezza il gesto e me ne dà dimostrazione, prima indicando la zona del corpo ove tenevo detto vessillo, e poi con il pollice sù di helpiana memoria (chi la capisce è un figo) e io mi esalto come un brontosauro che trova una prateria tutta per sè. Però lui non la smette e continua a guardarmi e io non so più che cazzo dirgli, e lui continua. Io distolgo lo sguardo verso Bruce, ma lui va avanti e mi fissa e io sono in imbarazzo, checcazzo ti guardi? mica possiamo andare avanti dieci minuti a scambiarci gesti di ammirazione reciproca. Niente, mi fissa, con quegli occhi da magilla gorilla. Qual è stata la fortuna? La canzone: era Jungleland, ebbene sì, ne parlo anch'io. Finalmente è arrivato il suo assolo a togliermi dall'imbarazzo: è sceso dal trono e si è avviato con la sacralità dell'elefante che pascola, verso il centro palco a suonare il suo cavallo di battaglia

Beh, spiace anche a me, mi spiace tanto. Tra il saperlo con la bocca storta come Bossi o magari mezzo rincoglionito sulla sedia a rotelle meglio così, ma non è tanto la sua morte in sè che mi fa specie. E' che quelle immagini con cui musicalmente sono cresciuto, e voi come me, adesso, davvero, non le vedrò più. Basta presentazione di clarence per ultimo, basta siparietti clarence/bruce, basta vedere dal vero e in 3D immagini che tante volte abbiamo visto in foto, basta lato Clarence. 

E' finita la fase dell'acquisizione, è cominciata ufficialmente quella del ricordo, stiamo diventando vecchi, cari miei 

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